L'ERESIA DELL'ARMINIANESIMO

 

    Il più noto complotto gesuita contro l’evangelismo, è stato quello di cercare di reintrodurre a fine 1500 nelle chiese riformate la falsa dottrina del libero arbitrio mediante Arminio, che era un pastore riformato olandese, passato al loro servizio.

    "Arminio, terminati gli studi, fece un viaggio in Italia, dove venne in contatto con l'ordine dei Gesuiti, esperienza che gli comportò l'accusa di scendere a compromessi con la Chiesa cattolica e di avere perso la sua fede (calvinista)" 

    Arminio ritornato in Olanda, cominciò a divulgare nelle chiese, l'eresia gesuita del libero arbitrio, dicendo che è l'uomo a scegliere liberamente di accettare o respingere il Vangelo e che la fede non dipende esclusivamente dalla sovranità di Dio.

 

"I Paesi Bassi erano diventati, nel XVI secolo, un importante centro di diffusione del Calvinismo, ma durante i suoi quindici anni di pastorato, Arminio giunse a mettere in discussione alcuni insegnamenti del Calvinismo stesso.

Sorsero così delle accese dispute, e Arminio lasciò il pastorato per diventare professore di teologia all'Università di Leida.

    Le sue lezioni sulla dottrina della predestinazione condussero ad un'aspra controversia con il suo collega Francis Gomar. Questo conflitto continuò fino a dividere non solo il corpo studentesco, ma anche i ministri della Chiesa riformata, con grande soddisfazione dei gesuiti.

 Gomaristi o Calvinisti stretti richiesero a viva voce che, per risolvere questa controversia, venisse convocato uno speciale sinodo della Chiesa riformata.

Johan van Oldenbarnevelt, uomo politico olandese liberale, che allora controllava il governo, vi si oppose.

I protagonisti di questa disputa, pur avendone discusso persino di fronte agli Stati Generali delle province dei Paesi Bassi, non riuscirono a giungere ad un accordo.

    Dopo la morte di Arminio i suoi seguaci pubblicarono la Rimostranza del 1610 che tracciava le linee di quello che divenne noto come Arminianesimo.

 

Le differenze di questo sistema dal Calvinismo classico sono:
Il decreto della salvezza si applica a tutti coloro che credono in Cristo e che perseverano nell' ubbidienza della fede.
Cristo è morto per ogni essere umano.
Senza lo Spirito Santo è impossibile per i credenti adempiere alla Volontà di Dio (in particolare, adempiere alla condizione di avere fede in Cristo ai fini della propria salvezza).
La grazia salvifica di Dio non è irresistibile.

È POSSIBILE, PER COLORO CHE SONO CRISTIANI, DECADERE DALLA GRAZIA.


Nel tentativo di porre un freno a questo insegnamento, il partito calvinista strinse un'alleanza con Maurizio di Nassau, figlio di Guglielmo il taciturno.

Il loro desiderio di veder convocare un sinodo della Chiesa riformata su queste questioni coincideva con la politica di Maurizio di centralizzare le province Unite e di trasformarle in una monarchia. Per otto anni dopo la Rimostranza, le forze politiche di Oldenbarnevelt e di Maurizio lottarono per la supremazia.

Finalmente Maurizio vinse, il suo avversario fu accusato di tradimento e fatto decapitare (1619).

Maurizio cercò allora di usare l'ideologia religiosa per centralizzare lo Stato.

Di conseguenza venne convocato il Sinodo di Dordrecht, una fra le convocazioni più famose nella Storia della Chiesa riformata (1618-1619).

Il Sinodo produsse una CONFUTAZIONE della Rimostranza gesuitico-arminiana punto per punto, Bibbia alla mano.

Venne così confermata la validità della Confessione di fede riformata detta Belgica e del Catechismo di Heidelberg, che ribadivano l'ortodossia riformata, e GLI ARMINIANI FURONO CONDANNATI"

Arminio era palesemente un anticristo secondo la Parola di Dio: "Fanciulli, è l'ultima ora. E, come avete udito, l'anticristo deve venire, e fin da ora sono sorti molti anticristi; da questo conosciamo che è l'ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri" (1Giovanni 2:18-19)

Egli era sostenuto dai gesuiti per riportare la chiesa riformata sotto la schiavitù del libero arbitrio, ed il piano riuscì, dato che ci furono divisioni e lotte e la nazione olandese arrivò ad un passo dalla guerra civile. Dio che sa trarre il bene dal male, fece in modo che questa controversia venne chiusa portandoci a quel capolavoro teologico che sono i canoni di Dordrecht.

L'eresia di Arminio è il "ponte impuro" tra la fede biblica e quella cattolica, anche oggi ci sono molti cristiani evangelici che seguono l'eresia arminiana-gesuita-papista del libero arbitrio e rifiutano la doppia predestinazione assoluta che è palese dalla Scrittura.

Credendo a questo insegnamento della libertà dell'uomo si pongono le basi per il dialogo con il papismo e la collaborazione con esso che vediamo nel movimento ecumenico contemporaneo.

Negli ultimi 50 anni, a partire dal concilio vaticano II, la chiesa romana si è avvicinata alle ideologie massoniche, liberali, new age, ecumeniche abbandonando parzialmente la propria (falsa) dottrina del concilio di Trento ed i gesuiti hanno partecipato a questa modificazione dottrinale, ma non va confusa come la conferma del complottismo gnostico gesuita dall'inizio.

Altrimenti potremmo dire che i gesuiti credevano pure agli alieni o a babbo natale, ma non avrebbe alcun senso storico.

Concludendo abbiamo storicamente molti complotti autentici fatti dai gesuiti in chiave anti-protestante (come il tentato omicidio di Giacomo I e la creazione dell'arminianesimo), e molti complotti fasulli inventati a tavolino sul web da gente storicamente ignorante.

 

SALVATI PER SEMPRE

            La domanda è questa: ”La salvezza si può perdere?”

            I passi che vengono citati a sostegno della perdita della salvezza sono:  “se avrete perseverato fino alla fine…”. (Matteo 10:22 e 24:13)

            il testo greco dice: “ o de upomeinas eis telos outos sothesetai”

            La traduzione letterale è questa: “… ma quello stesso residuo alla fine sarà salvato”.

Molti fanno confusione fra “scadere dalla grazia”, con la frase “perdere la salvezza”!

Una volta salvati, sempre salvati.          

Gesù non si riprenderà mai il dono della SALVEZZA, perché i doni di Dio sono senza pentimento.

Scadere dalla grazia significa non avere il favore dello Spirito Santo, perché non si sta seguendo il Signore, ma la propria concupiscenza: in tale caso, assai frequente, siamo dei salvati in attesa di capire, che non si può seguire il Signore, se non ci mettiamo in regola con Lui, rinunciando alla legge della carne, ma sottomettendoci alla legge dello Spirito.

Ecco allora il senso del passo di Giovanni 8:31 dove c’è il verbo “perseverare”: “Gesù allora prese a dire a quei Giudei che avevano creduto in lui: Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli”.

Si capisce la differenza fra essere discepoli salvati ed essere solo dei salvati?

Dobbiamo allora dire subito qual è la condizione umana al momento della sua "nuova nascita": l'uomo è riconciliato per sempre con Dio mediante l'offerta di Gesù Cristo. Gesù disse: "TUTTO è compiuto": non c'è più bisogno di altro, "perché con un'unica offerta egli ha per sempre resi perfetti quelli che sono santificati." (Ebrei 10:14)

L'azione umana è stata solo quella di accettare un'offerta, mediante la quale Dio dimostrerà all'uomo di qualunque tempo e di qualunque luogo, che ogni cosa è stata fatta da Gesù Cristo, al Quale spetta ogni lode, onore e…. GLORIA.

L'uomo non potrà mai vantarsi della Sua salvezza, perché essa è merito UNICAMENTE di Gesù: "Or Colui che con voi ci rende fermi in Cristo e che ci ha unti, è Dio" (2 Corinzi 1:21)

Dio non verrà mai meno alla Sua promessa, fatta quando Lo accettammo per fede, quando cioè "nascemmo di nuovo".

E se continuiamo a peccare? Dio ci guardi dal farlo, ma l'eredità è stata accettata e non potrà più essere rifiutata.

L'eredità, una volta accettata, non può più essere rifiutata. Questa è una legge spirituale e materiale.

Detto questo è importante che noi capiamo BENE che noi non siamo salvati per fare ciò che vogliamo, in piena incoscienza, ma per agire in maniera responsabile e utile; il nostro senso di incompletezza e di imperfezione ci ricorderà sempre, finché viviamo, che noi siamo sempre stati bisognosi della grazia di Gesù, il Quale sarà sempre fedele, perché la fede sarà sempre operativa.

Noi non siamo stati salvati perché abbiamo rinunciato al peccato, ma perché abbiamo "creduto" in Lui. Non saremo mai perfetti materialmente e quotidianamente, ma per fede lo siamo sempre in Cristo: Lui ci vede "perfetti", perché abbiamo fede in Lui.

Sta scritto che non c'è nessuna accusa per chi CREDE.

Non sta scritto da nessuna parte che non c'è nessuna accusa se ci comporteremo bene.

Le opere derivano dalla fede e non il contrario.

In pratica le opere non producono la fede, mentre invece la fede produce le opere che la rendono visibile.

Non bisogna mai confondere, come fanno alcuni predicatori evangelici (e ne risponderanno davanti a  Dio) la salvezza con la testimonianza: la prima è per grazia, la seconda è un dovere.

Sta infatti scritto che tutti compariremo davanti al "tribunale di Cristo" e la sentenza che sentiremo nei nostri confronti sarà: "Non colpevole"

Si badi bene che non sarà detto "innocente", ma "non colpevole", poiché è esistito un solo INNOCENTE: Gesù Cristo UOMO! 

E la nostra assoluzione avrà anche una strana motivazione che ci ricorda l'esistenza di imperfezioni, ma non tali da compromettere la nostra condizione: la formula assolutoria sarà infatti: non colpevole, per mancanza di prove a carico".

Chi accuserà gli eletti di Dio? Nessuno!

Chi ricorderà i nostri peccati? Dio no, perché i nostri peccati sono stati "coperti" dal Sangue di Cristo.

Adesso satana ci accusa e ci riempie di sensi di colpa, ma il giorno del nostro giudizio satana non ci sarà!

Saremo noi a dire di aver peccato? Mai, perché noi abbiamo creduto per FEDE che i nostri peccati saranno allontanati da noi come il levante dal ponente!

I figli di Dio, quali siamo noi credenti "nati di nuovo", non peccano più, nel senso "normale" che si dà alla parola "peccato". Il peccato infatti è solo ciò che NON PIACE A DIO.

Dio però ama i suoi figli e non li vede come peccatori, ma come "figli disubbidienti" da correggere ed aiutare e guidare nelle loro scelte.

La stessa cosa avviene quando il figlio di un padre commette un "peccato" (reato): gli darà quattro schiaffi, lo castigherà, ma… lo porterà a casa. Se qualcuno lo accuserà, ci metterà anche un buon avvocato per farlo assolvere. Questo è un "padre"!

Dio è IL PADRE CELESTE, migliore di qualsiasi altro padre.

Dal momento in cui abbiamo accettato la salvezza, Dio non ci vede più colpevoli, perché ci vede attraverso Cristo…

Chi non ha la salvezza, ha rifiutato un rapporto paterno e il suo peccato rimane su di lui.

L'uomo che vuole giustizia, l'avrà, ma se altresì vuole misericordia, l'avrà!

Dobbiamo decidere in base a quale giurisdizione vogliamo essere giudicati: la legge o la misericordia.

Se vige su di noi la giustizia della grazia, siamo salvi e considerati "non colpevoli, perché la grazia annulla ogni condanna.

Se invece vogliamo la giustizia della legge, saremo condannati senza pietà e categoricamente, perché la legge ha solo in compito di… evidenziare il peccato!