CONTRO LA VACCINAZIONE

(Diamo a Cesare quel che è di Cesare E A DIO QUEL che è di DIO)

(Salvatore Leone)

Mai come in questi tempi intrisi di covid, vaccino, green pass e mascherine, l’eco del famoso versetto biblico scritto nei vangeli di Matteo, Marco e Luca, pronunciato da Gesù, risuona tra le mura dei locali di culto…”

Dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, come per giustificare la scelta di sottomettersi al volere dello Stato che impone al popolo i suoi decreti, giusti o meno che siano.

Ora quello che ogni figlio di Dio deve chiedersi è: “ Fino a che punto devo dare a Cesare quel che è di Cesare”?

Gesù, giustamente, riferendosi al pagare le tasse ai governanti, disse che è “ giusto” fare così, ma se Cesare dovesse chiedermi più di quanto gli compete, come devo comportarmi secondo la volontà di Dio?

Devo inginocchiarmi e adorare un qualcosa o un qualcuno che non è Dio?

Ricordiamoci di ciò che rispose Gesù al nemico quando fu tentato nel deserto, alla richiesta di satana: “ io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data nelle mani e io la do a chi voglio. Se dunque tu prostrandoti mi adori, sarà tutta tua”.

Ma Gesù, rispondendo, gli disse: “Vattene via da me, satana. Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e servi a Lui solo"”.

Quindi “devo” pagare i tributi a Cesare, devo mettere la mascherina,ecc ecc, ma devo stare attento a non adorare chi non è il mio Dio, l’unico e vero Dio.

Mi sovviene in mente la storia di Shadrak, Meshak e Abed-Nego scritta nel libro di Daniele 3:1-30.

I tre amici di Daniele, satrapi delle province di Babilonia per volontà del re Nebukadnetsar.

Sappiamo la storia di questi tre uomini di Dio che per la loro intelligenza e sapienza, dieci volte superiore rispetto agli altri sudditi del re di Babilonia, furono scelti per incarichi molto importanti. Ma un giorno il re, decise di fare costruire un'immagine, una grande statua d’oro che fu eretta in una grande pianura, e quando la statua fu ultimata, il re fece radunare tutti i suoi sudditi nella pianura per inaugurare la statua. Tutti erano in piedi davanti alla statua, e nel momento in cui l’araldo per ordine del re urlava a tutti di prostrarsi davanti l’immagine, tutti dovevano obbedire, altrimenti chi non l’avrebbe fatto, sarebbe stato gettato nella fornace ardente.

Sappiamo che tutti si inchinarono e adorarono la statua, tranne i tre amici di Daniele.

E sappiamo pure come finì la storia, che loro sì furono gettati nella fornace ardente, perché decisero di non prostrarsi davanti a nessun altro che fosse il loro Dio, ma un uomo splendente li preservò dal fuoco, perché l’Angelo dell’Eterno si accampa attorno a quelli che lo temono e li libera (Salmo 34:7).

Loro furono liberati dal fuoco, e non solo, ma il re fece prosperare Shadrak, Meshak e Abed-nego nella provincia di Babilonia.

 

Morale della storia.

Sappiamo che stiamo vivendo gli ultimi tempi, sappiamo che tutto quello che si avverte spiritualmente è il preludio di quello che è scritto in Apocalisse cap. 13, la profezia riguardo al marchio della bestia e alla sua adorazione. Credo che per la grazia di Dio noi non vedremo tutto questo, perché credo che la chiesa sarà rapita prima, ma quello che voglio dire concludendo questa mia riflessione che ho scritto questa notte alle ore 03, “diamo a Cesare quel che è di Cesare, ma l’adorazione va solo a Dio”.

Salvatore Leone